Civiltà passate
Il Convegno
II convegno, il cui moderatore è stato Gaetano Tradito, che ha introdotto i lavori porgendo il benvenuto ai presenti e ringraziando quanti hanno collaborato per la realizzazione della manifestazione, ha visto la presenza, tra gli altri, di:
Prof. Antonino Alibrandi, docente nei licei e studioso di storia.
Ing. Giuseppe Tomarchio,Presidente Archeoclubd'Italia sezione di Acireale.
Dott. Giuseppe Fumia, studioso di storia di Sicilia.
Geom. Antonino Muscarà, Funzionario della Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania.
Dott. Giuseppe Costa Funzionario dell'Assessorato regionale Turismo.
Filippa Catalano, Presidente della Pro Loco di Calatabiano.
Angelo Valastro, Consigliere Provincia regionale di Catania.
L'arch. Gaspare Mannoia, che non ha potuto presenziare, ha inviato una relazione che è stata letta all’ assemblea.
Sono quindi iniziate le relazioni degli esperti intervenuti che qui di seguito riportiamo:
Ing. Giuseppe Tomarchio
Ringrazio L'Associazione Trinacria per l'invito rivoltomi e per avermi dato la possibilità di parlare ancora una volta del castello di CALATABIANO. In quest'occasione intendo approfondire l'argomento inerente le strategie e le tattiche difensive:
IL CASTELLO DI CALATABIANO STRATEGIE E TATTICHE DIFENSIVE
Esaminando le strutture del castello, si possono individuare alcune peculiari caratteristiche tipiche delle opere di difesa, che si inquadrano perfettamente nei classici schemi di architettura militare con l'applicazione di validissime tecniche, largamente sperimentate e risalenti anche ad epoca romana ed anche persine greca.
La configurazione attuale del castello, che corrisponde a quella da esso posseduta nell'ultima sua fase operativa risalente al XVII° secolo, permette di distinguere diversi sistemi difensivi, alcuni utilizzati per il mastio, altri per il castello ed altri ancora per la
protezione di tutto il borgo medievale.
Il borgo era infatti racchiuso in un sistema difensivo costituito da una robusta cinta muraria intervallata da torrioni di vedetta e di difesa, dai cigli rocciosi naturalmente strapiombanti e della medesima perimetrazione meridionale dello stesso castello.
L'ingresso del borgo si individua nel varco del muro di cinta intersecato dalla stradella a gradoni di accesso al maniero. Si ha motivo di ritenere comunque che in una certa epoca siano stati forse aperti altri due ingressi e precisamente uno sul versante sud -est, immediatamente a valle della chiesetta del S.S. Crocifisso che si immetteva su un viottolo degradante in direzione del fiume Alcantara e, l'altro, sul versante sud - ovest, in corrispondenza di un antico sentiero che viene intercettato dallo strapiombante margine sud - ovest dal muro di cinta che si diparte dal roccione di vedetta del castello.
In ambedue i luoghi si nota infatti una marcata interruzione della struttura muraria della cinta esterna.
Il tratto di cinta esterna più conservato è quello ubicato a levante della chiesetta del Carmelo
Qui si possono ancora ammirare per la loro imponenza le cortine realizzate con muri spessi un metro alla base e culminanti nel coronamento con spessore di 60 cm. Tutte le cortine sono ancora munite di merli guelfi.
Premiazione Ingegnere Giuseppe Tomarchio