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c.passate05

Civiltà passate


Il muro perimetrale esterno di recinzione al borgo era intervallato da torrioni ( se ne individuano ancora tre), che avevano le funzioni di consolidamento della cinta muraria, vedetta e difesa da eventuali attacchi con tentativi di scalata esterna della cortina.

L'accesso al castello è consentito da una stradella che si accosta nella su rampa terminale alla porta di esso sul lato destro, rispettando così una tradizione collegata intimamente ad una collaudatissima tecnica difensiva risalente al periodo delle fortezze ellenistiche. La rampa di accesso destra costringeva infatti gli attaccanti che si avvicinavano al castello e che imbracciavano lo scudo con la sinistra, di esporre il fianco destro indifeso ai difensori.
Si osserva inoltre che, molto opportunamente, di fronte alla porta del castello non esiste alcun pianoro ma anzi il terreno è molto scosceso su ripidi roccioni.
Anche questo particolare si ricollega ad una tecnica difensiva intesa ad evitare nello spazio antistante la porta di ingresso, l'installazione o la manovra di testuggini usate per lo sfondamento della porta.
Sulla porta di ingresso del castello, si conservano ancora i beccatelli che reggevano un randello protetto da un pettorale esterno e dal quale per mezzo di diverse piombatoie si effettuava la «difesa piombante».
Tale randello, a parte l'arricchimento architettonico conferito al prospetto del maestoso maniero, aveva pertanto la funzione di controllo ma specialmente di difesa della porta in caso di un eventuale attacco portato sotto le mura.
Appena si varca la porta d'ingresso, si nota sulla sinistra un bastione sopraelevato per circa metri 1,50 e parzialmente mascherato da un muretto oggi parzialmente crollato.
Tale struttura, in caso di sfondamento della porta ed invasione delle truppe attaccanti nell'interno del castello, consentiva ad una guarnigione di difensori di poter contrattaccare alle spalle da una posizione privilegiata sia per la sopraelevazione, ma anche per la protezione del muretto e per l'adiacenza della porta medesima.


In ogni modo l'area della corte in caso di irruzione nel castello era tenuta direttamente sotto controllo da sovrastante alto bastione merlato che delimitava l'area della fortezza con quella del castello.

Sopra il bastione, e dal suo muro munito di saettiere, i balestrieri potevano con successo colpire dall'alto con verrettoni gli aggressori che oltre tutto venivano già attaccati
alle spalle da quelle guarnigioni
appostate sul girone interno con pettorale posto sopra l'ingresso e
da altre attestate su terrapieno situato subito dietro la porta.
La cortina meridionale del castello doveva, in un primo momento, essere munita di un torrione rettangolare sporgente la cui struttura di base fu eccessivamente trasformata in ampia cisterna con volta a botte e dotata due bocche di accesso. Nel corpo di base si nota ancora una finestrella a due saettiere. Anche detta torre, che aveva tra l'altro il compito di controllare la cinta muraria del margine sud - est della cappella, costituiva un'ottima postazione di contrattacco dato che si trovava a distanza utile di balestra della porta del castello.
I criteri basilari di difesa della fortezza, alla quale si accede dal piano inferiore del castello attraverso una porta che si apre in un muro dello spessore di un metro circa, si basano su tecniche che risalgono al mondo greco e che ricordano molto da vicino alcune strutture del castello Eurialo di Siracusa.
Appena varcata la porta, si nota infatti, ben celata sulla destra un'apertura scavata nella roccia e mimetizzata da un diaframma intagliato pure nella viva roccia. Detta apertura costituisce l'accesso ad un vasto vano ipogeo privo di aperture, che da taluni studiosi è stato interpretato semplicemente come prigione, ma che in effetti, nella sua originaria progettazione doveva avere la importante funzione di accogliere una particolare guarnigione di




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